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Montieri (GR) è un comune di circa 1.000 abitanti, distante circa 58 km dal capoluogo. La principale ricchezza del comune è sempre stata l'attività estrattiva (pirite, piombo, argento) conclusasi solo negli anni Novanta con la chiusura della miniera di Campiano presso la frazione di Boccheggiano.
Il territorio di Montieri è caratterizzato da grandi superfici boschive, che in passato hanno rappresentato la principale fonte di approvvigionamento del combustibile necessario all'attività mineraria e la materia prima indispensabile alla realizzazione di armature per gallerie e costruzioni intorno alle miniere.
Il Poggio di Montieri ha sempre suscitato molto interesse dal punto di vista geologico e naturalistico; la sua costituzione geologica è simile a quella delle vicine Cornate di Gerfalco: ricco di varie specie di pietra alberese (o "sasso di calcina") e di calcare. Con i suoi 1050 metri s.l.m. è il rilievo più alto delle Colline Metallifere. Dal versante meridionale nasce un ramo del fiume Merse, denominato Savioli; sulla cima troneggia una monumentale croce di ferro, eretta nel 1961.
Nelle quote più basse, data la relativa vicinanza dal mare e la bassa quota, vivono specie mediterranee come i lecci, le sughere e un sottobosco di erica e ginestra; salendo di quota compaiono essenze tipicamente submontane come i cerri, roverelle e ampi castagneti.
Le relazioni di viaggio sette - ottocentesche fanno riferimento ai numerosi minerali reperiti in zona: tra essi le formazioni cristalline note come i "cristalli di Montieri" citati dal Targioni Tozzetti nel 1770.
In antiche discariche, poste nei pressi di pozzi ormai riempiti dal materiale accumulatosi nel tempo, fu notata da Emanuele Repetti, nella prima metà dell'Ottocento, la presenza di galena e tetraedrite argentifere, calcopirite, pirite e altri minerali.

Frazioni : Boccheggiano,Gerfalco.Travale

La Pieve dei Santi Paolo e Michele










La pieve dei Santi Paolo e Michele risalente al Trecento, ha la facciata intonacata scandita da quattro paraste che sorreggono la trabeazione.
Il campanile probabilemte era in origine una torre civica, modificata in seguito alla fondazione della chiesa.
Il portale, le finestre laterali e l'oculo centrale sono incorniciati in travertino.
L'altare dedicato al Beato Giacomo Papocchi conserva una tela settecentesca con il Beato in gloria e vari episodi della sua vita. All'interno dell'edicola, il Busto del Beato in argento (1670). Il corpo del Beato è posto invece in una grande urna intagliata collocata in alto sopra l'altare maggiore settecentesco.
Nel transetto, tre tele del secolo XVII: la Madonna del Carmine che offre gli scapolari a San Cerbone e a San Francesco; la Madonna del Rosario; l' Apparizione della Vergine al Beato Giacomo.
Vi è anche una tela con una Annunciazione, collocata sopra l'ingresso della cappella dell'Annunziata, attribuita all'ambito di Alessandro Casolani (Vincenzo Rustici?).
Il fonte battesimale è costituito da un capitello figurato duecentesco.
Da notare la settecentesca Via Crucis in maiolica.
Vi è anche un organo seicentesco, datato 1604, con orchestra e mostra lignee, dipinte e dorate.